In un’azienda in cui sono stato dipendente riuscire ad avere dell’hardware in più era un’impresa, ogni acquisto doveva essere approvato, ma non c’erano delle norme definite, il processo era lento e confuso. Ricordo un collega che voleva una tastiera diversa perchè era scomodo, fece la richiesta, gli arrivò dopo due mesi una tastiera identica a quella che aveva già… per risparmiare qualche euro sulla marca della tastiera si erano sprecati soldi comprando qualcosa di inutile.
Poi ho cambiato lavoro, e mi hanno detto “Questo è il tuo budget hardware annuale, puoi usarlo per comprare qualsiasi cosa che abbia un utilizzo lavorativo, se non lo usi tutto ti rimane la parte rimanente per l’anno dopo. Ci passi il link, noi facciamo l’acquisto in giornata e te lo facciamo recapitare a casa.”
Che liberazione… i miei pensieri a riguardo non erano più “ommioddio che palle, vediamo se stavolta si riesce”, ma più tipo “come potrei spendere al meglio quei soldi, per rendermi più efficace e gradevole il lavoro?”.
Lasciando delle regole così ampie poi permetteva di estendere le regole per esigenze dei singoli, se lavori da remoto magari una sedia ergonomica potrebbe essere la tua priorità o magari per te avere un mouse incredibile è la priorità e quindi decidere di usare tutti i soldi dell’anno su quello. Non è un problema, non devi chiedere il permesso a nessuno, sei grande, fai le tue scelte e convivici.
C’è un concetto di fondo che si può applicare a tanti altri ambiti, cercare di spostare le decisioni verso le persone che sono direttamente coinvolte e quindi più informate. L’idea che stiamo lavorando tra adulti capaci di prendere decisioni efficaci se (in)formati adeguatamente e che un manager che si comporta come un babysitter è dannoso per tutti.
Un altro esempio per me è rendere quasi tutte le riunioni facoltative, che ha il favoloso effetto collaterale che le riunioni inutili vengono boicottate da tutti e quindi si autoeliminano… Dover sprecare tempo e risorse celebrali per capire chi potrebbe essere interessato a partecipare attivamente o semplicemente rimanere allineato mi sembra senza senso, quando puoi fare un invito più ampio e lasciare a loro l’opzione di partecipare o meno.
Oppure abbiamo davvero bisogno di qualcuno che centralmente autorizza le ferie? O forse le singole persone, che sono quelle più conscie del proprio carico di lavoro, possono organizzarsi con i propri colleghi in maniera da fare in modo che sia tutto liscio e successivamente comunicare quando si andrà in ferie, non chiederlo. Poi ovviamente sarai ritenuto responsabile delle tue scelte se le fai in maniera scriteriata, ma esattamente come sei responsabile dei tuoi risultati sul lavoro normalmente.
Insomma gli ambiti sono tanti e disparati, di decisioni in azienda ne prendiamo un sacco, ma c’è qualche scelta che stai facendo che sarebbe più facile per tutti se delegassi ad altri dandogli dei vincoli?
Alla prossima!
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Sono Pietro Campagnano e come consulente strategico aiuto startup e piccole aziende a costruire prodotti digitali con piccoli team
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