La domanda anti-supercazzole
Ognuno di noi nel digital deve fronteggiare spesso novità che promettono di migliorare il tuo lavoro, che siano software, processi o metodi organizzativi. Per me è stato fondamentale trovare un metodo per capire velocemente se potevo fidarmi dell’interlocutore, prima di perdere troppo tempo ad approfondire la cosa.
Qualche anno fa ero ad un meetup con un relatore che raccontava un nuovo modo di organizzare il lavoro, un po’ mi ritrovavo in quello che diceva, un po’ non mi convinceva del tutto. Quando a fine serata è arrivato il momento delle domande ho alzato la mano: “A che tipo di azienda consiglieresti questo metodo di organizzazione?”. Mi rispose sorridendo: “Io sono ottimista, credo che un modello simile possa andare bene per tutti”.
A quel punto per me la sua proposta aveva perso molto del suo valore… perchè non c’è niente che vada bene per tutti, valutare il contesto è fondamentale per qualsiasi decisione.
Se proponi una soluzione come universale ci sono solo due ipotesi:
Sei accecato dall’entusiasmo: ok, hai trovato una cosa che funziona e ti ha risolto brillantemente dei problemi che avevi, ma non sei abbastanza esperto per dare dei consigli sensati, perchè non hai ancora analizzato i confini entro cui questa soluzione funziona o meno.
Sei in malafede: mi vuoi vendere qualcosa a tutti i costi, quindi non ti interessa se è davvero quello di cui ho bisogno, ma ti interessa che la prenda in ogni caso.
In entrambi i casi purtroppo non sei una persona adatta a dare consigli pragmatici su quella soluzione.
Il focus è tutto sul trovare gli strumenti più adatti a te, non le soluzioni migliori in assoluto.
Alla prossima!
Se sei nuovo qui, piacere di conoscerti!
Sono Pietro Campagnano e come consulente strategico mi occupo di aiutare startup e piccole aziende a creare prodotti digitali.
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